Il congedo mestruale in Italia per chi soffre di dismenorrea: la proposta di legge

Il congedo mestruale che consente alle donne affette da dismenorrea di rimanere a casa per 3 giorni durante il ciclo è al vaglio alla camera, ecco in cosa succede se la legge viene approvata

Congedo Mestruale Italia

Il congedo mestruale in Italia potrebbe arrivare nel 2017, sarebbe in questo caso un passo importante per una questione fondamentale della salute delle donne. Vediamo da cosa nasce l’esigenza di una legge che tuteli le donne nei giorni del ciclo.

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Ogni mese per le donne in età fertile si rinnova l’apputamento con il ciclo mestruale; in alcuni casi questo viene vissuto come un evento assolutamente naturale, che non inficia la vita della donna, purtroppo così non è per coloro che soffrono di dismenorrea, cioè hanno mestruazioni dolorose. Al momento ciò non comporta alcun cambiamento: a lavoro si va comunque e l’eventuale indisposizione per via dei dolori va giustificata come un giorno di ferie o di malattia.

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Il disegno di legge per il congedo mestruale

Nella primavera 2016 è stato presentato un disegno di legge in merito al congedo mestruale che in occasione della Giornata della Donna, l’8 marzo 2017, è tornato a far discutere. Il disegno di legge prevede tre giorni di congedo retribuito al mese concesso alle lavoratrici che soffrono di dismenorrea.

La Deputata Romina Mura del Pd e tre colleghe hanno presentato alla Camera la proposta di legge che purtroppo però ha subìto un primo stop lo scorso anno, suscitando anche alcune critiche.

Uno dei motivi per cui la legge rischia di non venire approvata è quello della “discriminazione gender plus”, ovvero, i datori di lavoro potrebbero scegliere e preferire uomini a discapito delle donne a parità di titoli e competenze.

In Italia i dati riguardanti la dismenorrea sono allarmanti: la percentuale di donne che soffre di questi disturbi varia dal 60% al 90% e nel 30% di questi casi si tratta di un disturbo invalidante, che impedisce di svolgere le attività del quotidiano.

Ma cosa prevede questo disegno di legge per congedo mestruale? Una prima bozza di tale disegno prevede un unico articolo suddiviso in sei commi, in cui si dice che la donna che soffre di dismenorrea (mestruazioni dolorose) ha diritto ad usufruire di tre giorni retribuiti al 100% per stare a casa. Dovrebbe essere una possibilità gratuita come i vaccini. Non si dovrebbe quindi dover chiedere ferie o malattie, previa la certificazione del medico curante o ginecologo.

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Il certificato medico per il congedo mestruale: date e metodi di consegna

Naturalmente sarà necessario presentare un certificato medico per richiedere il congedo mestruale. Il congedo mestruale dovrebbe essere strutturato per annualità, cioè non si dovrà rinnovare di mese in mese, ma dovrà essere richiesto entro il 30 dicembre dell’anno precedente e consegnato al datore di lavoro entro il 30 gennaio dell’anno per il quale si richiede il congedo.

A chi spetta il congedo mestruale e chi paga?

Potranno usufruire di questo congedo le donne con contratti di lavoro subordinato e parasubordinato, a tempo pieno e a tempo parziale, a tempo indeterminato e determinato e persino a progetto (che ora non gode di alcun tipo di diritto) che siano nel pubblico o nel privato.

L’Inps dovrebbe pagare le lavoratrici iscritte, almeno nella teoria: questa però dovrebbe essere una modifica futura, visto che al momento non sono previste integrazioni né miglioramenti. Si spera in un futuro vicino, di poter agire in meglio: questo, almeno, il pensiero della deputata ideatrice.

Il congedo mestruale all’estero, una realtà da tempo

In Giappone è stato adottato da alcune aziende il seirikyuuka un congedo già attivo dal 1947, dove la donna viene tutelata in questo modo poichè si pensa che nei giorni di ciclo il riposo è fondamentale per avere un parto meno difficoltoso. È visto insomma, in termini di tutela alla la nascita per la donna e per il bambino.
In Indonesia è stato previsto l’anno dopo, nel 1948, nel 2001 è stata prevista in Corea del sud e nel 2013 a Taiwan, mentre la Nike lo ha introdotto nel proprio codice di condotta dal 2007.

Inoltre, a Bristol alla Coexist, le donne lavoratrici godono del congedo mestruale e hanno valutato e constatato che dopo il ciclo le donne risultano essere tre volte più produttive, surclassando di gran lunga gli uomini.

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