La ginecologa risponde: “Come si individua l’origine dell’infertilità?”

La ginecologa risponde: come si individua l'origine dell'infertilità? Quando si può parlare di infertilità e cosa si può fare una volta accertata. La lettera di una nostra utente e la risposta della ginecologa

La ginecologa risponde: come si individua l’origine dell’infertilità?

Salve, 
so che sembrerà una domanda comune ma vorrei sapere quando si può parlare veramente di infertilità e come si può capire da cosa dipende.

Si definisce sterilità o infertilità l’assenza di gravidanza dopo 12 mesi di rapporti liberi. L’incidenza del problema oggi è significativa perché una coppia su quattro ne è coinvolta. La causa più importante è da ricondursi alla tendenza per cui oggi, per ragioni sociali, lavorative, culturali, si tende a procrastinare la nascita di un figlio.

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Le donne italiane si sposano in media a 28 anni, partoriscono il primo figlio a 30 anni, in ritardo di un anno rispetto alla media europea, e hanno un numero inferiore di figli (1,22 contro 1,44 media delle donne europee. Dati Istituto Superiore di Sanità).
Il periodo di massima fertilità femminile è entro i 25 anni di età, poi inizia gradualmente a declinare, con un calo molto significativo dopo i 35 anni. Concepire il primo figlio dopo i trenta anni, può portare come conseguenza nel caso di problemi riproduttivi, a dover  affrontare il problema in un periodo di calo fisiologico della fertilità femminile, ed allora anche il ricorso eventuale alle tecniche di fecondazione assistita può non essere esaustivo in quanto i relativi tassi di successo sono anch’essi correlati all’età della donna.

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Per tutte le suddette ragioni, è estremamente importante individuare fin da subito il percorso diagnostico, terapeutico adeguato, che non determini altra perdita di tempo prezioso. E’ dunque importante affidarsi ad uno specialista della medicina della riproduzione, che si occuperà della coppia in toto,  e sarà in grado di guidare ed identificare per ciascun componente della coppia quegli esami specifici,  che saranno in grado di identificare i fattori ostativi alla gravidanza e identificare il percorso giusto per superarli. Sul fronte  maschile, il primo esame è lo spermiogramma, che deve essere eseguito da un esperto di medicina della riproduzione  e non da un laboratorio di analisi generico. Lo spermiogramma segue oggi i criteri di valutazione del WHO 2010, anche l’età avanzata del partner maschile ha conseguenze dirette sulla qualità del seme. Il 30% dei casi di sterilità può essere ricondotta a cause dipendenti dal partner maschile.  
Il risultato dello spermiogramma condizionerà eventuali altri esami di approfondimento sia per l’uomo che per la donna. Sul fronte dell’analisi della sterilità femminile , si parte da un’ accurata anamnesi  che tenga conto anche della storia familiare, una ecografia interna, la valutazione della riserva ovarica, fino agli esami più specifici, ovvero il monitoraggio ovulatorio, l’isteroscopia e la valutazione tubarica mediante isterosalpingografia.
Ogni singolo step diagnostico viene richiesto alla coppia, tenendo sempre conto dei risultati specifici delle analisi precedenti per entrambi i partner, è un percorso progressivo che porta ad individuare le cause della sterilità e a porre in essere l’utilizzo delle tecniche più appropriate al caso specifico, consentendo di far realizzare alla coppia il sogno più importante della loro vita.
 Francesca Marzano

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