Se mi fa male, lo cancello! Ora si può, con una pillola che…

Un farmaco per far diminuire l'intesità dei ricordi. Sarebbe una buona soluzione contro perdite, abbandoni e dolori. O forse no?

Immaginate di entrare in farmacia e chiedere: una pillola per cancellare i cattivi ricordi, grazie. Eh no sa, è che ieri ho scoperto di essere stata tradita. Vi piacerebbe? Sulle prime verrebbe da urlare subito: si!!! Perchè il problema del dolore, una volta che ci ha investite, é il ricordo costante che ci semina dentro, giorno dopo giorno, e soprattutto notte insonne dopo notte insonne. Ore spese a piangere, rimurginare, ripensare, rievocare, persone o situazioni, come sarebbe ora se e dove sei. Il trauma provocato da abbandoni, delusioni, rotture e gravi perdite è di fatto la valigia più pesante che trasciniamo nella nostra vita. E tutte, almeno una volta abbiamo pensato: magari potessi dimenticare, magari esistesse un modo per far sparire magicamente tutto questo…

Io ci ho provato alcune volte. Chiudo gli occhi ed emetto un urlo, che suona all'incirca cosi: mmmmgggree. I riti sciamanici però, per quanto liberatori, servono a poco. Non c'è trauma che possa essere rimosso semplicemente spostando due cose dalla nostra vista. Tant'è che in alcuni casi si ricorre alla terapia opposta: la sovraesposizione. Una bella full immersion in foto e lettere d'amore, profumo di lui, e memoria massiccia. Ah che sollievo poi. Dura circa un paio di ore. Poi tutto torna come prima. Almeno fino ad oggi, perchè la notizia – che circola in realtà da qualche anno – è che i topi, attraverso dei farmaci, hanno scordato il dolore. E se ce l'hanno fatta loro, assicurano gli scienziati, possiamo farlo anche noi.

La soluzione miracolosa che consentirebbe la cancellazione – o meglio, l'indebolimento – dei ricordi dolorosi esiste e si basa su un principio semplice:


agire subito dopo che il ricordo si è formato, nel momento in cui la memoria si affievolisce e diventa labile, con dei farmaci che bloccano i recettori del cortisolo, facendo così diminuire l'intensità del ricordo. Ma siamo davvero sicure di volerla provare? Ed è veramente giusto cancellare il dolore dalla nostra memoria?

D'accordo, ci sono traumi pesanti che vanno rimossi. Cose terribili, che nessuno al mondo dovrebbe mai provare: violenze, abusi, maltrattamenti, dipendenze. Ma spostiamoci a un livello "inferiore", quello del dolore comune, che ogni vita ha in dotazione, e non si scappa. Immaginate per un attimo se in una fanta-farmacia del futuro fosse possibile comprare la pillola contro la memoria assieme a un pacco di cerotti. Cosa accadrebbe se ognuno di noi potesse deliberatamente agire su porzioni del proprio cervello per cancellare pezzi di quello a cui preferiamo non pensare, come nel film Se mi lasci ti cancello? A parte l'estinzione degli psicanalisti freudiani, probabilmente, alla lunga, l'effetto sarebbe quello di disabituarci a soffrire. Di non tollerare o diventare fobici di uno stato emotivo – quello del dolore, della nostalgia, della mancanza – che invece fa parte integrante del nostro percorso e ci rende quello che siamo. Un po' più ammaccate magari, ma più consapevoli e ogni volta un pezzettino più forti

Siete d'accordo? Oppure vorreste cancellare dei ricordi? E quali?

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