Come fare l’autopalpazione per la prevenzione del tumore al seno

Come si fa l'autopalpazione? Le tecniche e i consigli per eseguire l'autopalpazione in maniera corretta e accorgersi della presenza di noduli da controllare tempestivamente

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L’autopalpazione è una delle buone abitudini inserite nel quadro più generale della prevenzione del tumore al seno. A differenza di qualsiasi altro esame, l’autopalpazione può essere eseguita direttamente dalla donna e non è necessario l’aiuto del medico. Detto questo, l’autopalpazione non sostituisce in alcun modo gli esami diagnostici come l’ecografia mammaria o la mammografia, che restano indispensabili per prevenire il tumore al seno, ma può far scattare il campanello d’allarme e farci prendere tempestivamente appuntamento con il ginecologo e approfondire ciò che abbiamo rilevato con questo esame. Ricordate che ogni anno ottobre è il mese della prevenzione ed è possibile effettuare queste visite gratuitamente. Per questa ragione è bene imparare a fare l’autopalpazione correttamente e, sebbene di seguito vi verranno date delle indicazioni per eseguirla, il modo migliore per apprendere come fare l’autopalpazione è farselo mostrare dal ginecologo che ci correggerà nel caso sbagliassimo qualcosa.

Come fare l’autopalpazione

Come si fa l’autopalpazione? Potete scegliere di eseguirla in due modi: sdraiate sul letto o sotto la doccia. La doccia è utile perché l’epidermide è più rilassata e potrebbe essere più semplice avvertire la presenza di eventuali noduli. Se però pensate di stare scomode in piedi, allora potete fare l‘autopalpazione comodamente sdraiate sul letto. Partiamo con la preparazione: è molto importante che il seno sia ben disteso, così da permetterci davvero di esplorare tutto il tessuto. Per aiutarci è utile sistemare un asciugamano ripiegato o un cuscino sotto la schiena, in corrispondenza della mammella che andiamo ad esaminare, allargare il gomito e mettere la mano sotto la testa. Sicuramente questo secondo gesto l’avrete già effettuato dal ginecologo al momento dell’ecografia, l’unica differenza è che generalemente mettiamo entrambe le mani dietro la testa perché non dobbiamo usarne nessuna delle due, ci pensa l’ecografo! A questo punto dobbiamo cominciare a tastare il seno partendo dalla base e, per essere sicure di non sbagliarci e di non tralasciare neanche una zona, ci muoveremo in senso orario passando la mano sulla mammella in senso circolare e quindi stringendosi come se stessimo disegnando una spirale il cui centro è il capezzolo. Non limitatevi a “carezzare” il seno, fate una leggera pressione per sentire la profondità dei tessuti. Anche il capezzolo va esaminato e tastato e strizzato leggermente per verificare che non fuoriesca del liquido. Se riuscite a notare anche il colore dell’eventuale liquido è meglio e la cosa può risultare più semplice se utilizzate un fazzoletto, in modo che il colore spicchi sul bianco della carta o della stoffa. Per chiarire eventuali dubbi, vi suggeriamo di consultare il sito ufficiale della Fondazione Veronesi, sempre preciso e ricco di approfondimenti.

Come riconoscere i noduli durante l’autopalpazione

Eseguendo l’autopalpazione del seno con regolarità ci renderemo conto più facilmente di eventuali cambiamenti. Come si presenta un nodulo al tocco? Dovete immaginarvi un piccolo nocciolino, o una zona il cui la pelle appare più dura rispetto al resto del tessuto. In questo caso è bene consultare il medico e mostrargli quando abbiamo trovato. Attenzione però, ci sono altri segnali che possono metterci sull’avviso: degli sfoghi cutanei sulla zona del seno simili ad eczemi, il capezzolo che rientra o che al contrario è troppo sporgente. Cercate di fare attenzione a tutte queste cose e cercate anche di non andare nel panico. Se c’è un nodulo è giusto e saggio approfondire, ma non è affatto detto che si tratti di un tumore al seno. Può essere una ciste o anche un nodulo di natura benigna.

Come controllare le ascelle durante l’autopalpazione

Non dobbiamo tralasciare nemmeno la zona dell’incavo delle ascelle e quella striscia cutanea che collega proprio l’ascella al seno. Anche in questo caso l’autopalpazione si può fare in due modi: continuando a stare sdraiate oppure sedute e forse proprio questa seconda posizione è consigliabile perché permette più facilmente di notare eventuali irregolarità del tessuto.

Quando fare l’autopalpazione

L’autopalpazione andrebbe eseguita una volta al mese, in questo modo avremmo un monitoraggio costante e potremo rilevare le differenze di mese in mese, accorgendoci più facilmente se qualcosa è cambiato. Ma quando esattamente è meglio fare l’autopalpazione, in quale momento del mese, tenendo conto anche del ciclo mestruale? Ecco alcune indicazioni utili

  • Autopalpazione prima del ciclo: dato che il seno tende a gonfiarsi e ad essere dolente nei giorni subito precedenti il ciclo, nella fase premestruale, è meglio non fare l’autopalpazione in quel breve periodo, perché rischiamo di ingannarci e di spaventarci per gonfiori del tutto fisiologici
  • Autopalpazione durante il ciclo: per le stesse ragioni indicate prima, ovvero un certo gonfiore della mammella e dei tessuti che la compongono, è meglio evitare l’autopalpazione durante il ciclo
  • Autopalpazione dopo il ciclo: è senza dubbio il momento migliore per fare l’autopalpazione. Il seno è rilassato e sgonfio, non dolorante, quindi l’esame può essere più preciso
  • Autopalpazione in allattamento: l’autopalpazione si può fare in allattamento? Assolutamente sì, anzi, è fondamentale, soprattutto perché generalmente viene indicato di spostendere i controlli con strumenti come la mammografia fino al mese successivo la fine dell’allattamento

Autopalpazione in 6 step: video

 

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