Donne italiane e prevenzione: fumano meno, fanno sport e screening ma una su due beve abitualmente

Secondo una recente ricerca le donne italiane sono molto brave per quel che concerne la salute e la prevenzione: moltissime non fumano, molte fanno sport e regolari screening. Unico neo l'alcol, dato che una su due ha dichiarato di bere regolarmente

Italiane fumano meno, fanno sport e screening ma una su due beve abitualmente

Donne italiane ‘promosse’ in prevenzione. Sono attente a quella primaria e chiedono maggiore accessibilità a programmi di screening e diagnosi precoce, non solo in ambito cardiovascolare ma anche dermatologico (il 58%), ginecologico (24%) e dell’Hiv (17%).

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Sembrano aver ridotto il vizio del fumo (solo il 18% dichiara di fumare), dedicano tempo all’attività fisica (ben il 63,5% la pratica abitualmente) e sembrano essere informate sul proprio stato di salute: il 53% ha una storia familiare  di ipertensione, il 62% di dislipidemia, diabete (45%) e malattie cardiovascolari (32%).
Unico, preoccupante, neo è il consumo di alcol: una donna su 2 infatti lo consuma abitualmente. 

Le visite mediche che le donne devono fare per ogni fascia d’età

E’ la fotografia che emerge dall’analisi delle schede delle oltre 2.600 donne visitate sul truck dell’iniziativa Prevenzione Possibile. La salute al femminile, realizzata con il patrocinio di Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare), Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Federfarma (Federazione nazionale unitaria titolari di farmacia) e Federfarma- Sunifar, con il contributo incondizionato di Mylan.
Oltre 9.800 km percorsi in 120 giorni, 31 tappe in 15 regioni per sensibilizzare le donne italiane sui fattori di rischio
che rendono le malattie del cuore il loro killer numero 1 e informarle sull’importanza di modificare alcuni comportamenti non corretti.

Le donne italiano trascurano la loro salute per la famiglia

Scopo del tour era quello di sensibilizzare le donne sull’importanza di controllare il proprio rischio cardiovascolare, rischio spesso assai sottovalutato, rispetto ad altre patologie.
“Missione compiuta”, afferma Stefano Carugo, responsabile scientifico del progetto Prevenzione Possibile e direttore di Cardiologia Unità e Ucic, Uoc cardiologia dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano. “La grande partecipazione, anche in Lombardia – spiega – ha evidenziato quanto fosse importante fare uno screening di base ma, soprattutto, parlare con la gente. Ci siamo resi conto che per fortuna in questi anni qualcosa è cambiato. Dai dati rilevati infatti è emerso che la maggioranza delle donne non solo è consapevole della propria condizione di rischio, ma cerca di migliorarla attraverso stili di vita sani e corretti, evitando di fumare, facendo attività fisica e tenendosi in forma, come dimostra il Bmi medio rilevato pari a 25,45.
Questo scenario positivo
– sottolinea – non ci deve far abbassare la guardia: il cuore delle donne merita attenzione e bisogna continuare sulla linea della sensibilizzazione e dell’informazione, soprattutto delle giovani donne. Siamo sulla strada giusta, un’alleanza virtuosa tra Istituzioni pubbliche e aziende ci potrà aiutare sempre di più”.

Bere troppo alcol fa male alle ossa

“Grazie ad una maggiore sensibilizzazione e informazione, oggi è davvero possibile fare prevenzione dell’osteoporosi, adottando già in giovane età stili di vita sani, praticando regolare esercizio fisico moderato e seguendo una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina D”, aggiunge Giuseppina Resmini, del Board scientifico del progetto e responsabile del Centro per lo studio dell’osteoporosi e delle malattie metaboliche dell’osso, Uo di Ortopedia e Traumatologia dell’Asst Bergamo Ovest.
“L’osteoporosi infatti, nonostante il riassorbimento dell’osso sia maggiore nelle donne in menopausa, si sviluppa con più probabilità nei casi in cui il picco di massa ossea, che si raggiunge entro i 20-25 anni, non è ottimale. E’ inoltre molto importante cercare di esporsi al sole ogni giorno, per almeno 10 minuti, anche solo con mani e viso: i raggi solari infatti aiutano a contrastare la carenza di vitamina D, agendo sulla biosintesi endogena di colecalciferolo, precursore della vitamina D attiva, componente essenziale per la salute dell’osso”.

“L’età media delle donne visitate a bordo del truck è stata 56 anni a conferma della tendenza, oggi, di prestare maggiore attenzione alla salute dopo la menopausa, riferisce Gabriella Levato, segretario generale regionale Fimmg Lombardia.
“E’ importante però iniziare a farlo fin da subito, cercando di adottare uno stile di vita sano e, soprattutto in caso di familiarità in malattie cardiovascolari, rivolgersi al proprio medico di famiglia in modo da ricevere la prescrizione di esami più appropriati rispetto alla propria situazione clinica. Continuando a mantenere un dialogo costante con il proprio medico di famiglia – continua Levato – noi medici di base possiamo infatti intervenire tempestivamente con un’attività di prevenzione e/o far emergere la patologia sommersa”.
Dall’iniziativa emerge una curiosità: Cuneo è risultata la città “più magra”, ma anche la più “anziana”, La Spezia la più “in carne” mentre Trapani “la più giovane”.

“Dal rapporto Osmed 2015 dell’Aifa, la prevalenza di ipertensione arteriosa nella popolazione in carico ai medici di famiglia risulta del 27,5% nei maschi contro il 28,4% per le femmine”, dichiara Gianni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo. “Per quanto riguarda invece l’aderenza alla terapia per questa patologia abbiamo il 66,9% per il genere maschile contro il 61,7% per quello femminile. Dunque c’è molto da fare per raggiungere tassi ottimali, con la prevenzione, il monitoraggio e l’informazione”

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