Radioterapia esterna: cos’è e come funziona

Cos'è e come funziona la radioterapia, una delle armi che abbiamo contro il tumore

Radioterapia

“La radioterapia è un trattamento medico che molto spesso viene associato ad altre terapie (chemioterapia, ormonoterapia, immunoterapia) in casi di tumore. La radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti che mirano a danneggiare il patrimonio genetico delle cellule malate per impedire che si diffondano. Lo scopo ultimo (curativo, adiuvante, terapeutico o palliativo) della radioterapia dipende da molti fattori: il tipo di tumore da trattare, ad esempio il tumore al seno, lo stadio di avanzamento, il genere di altre cure messe in atto e lo stato di salute generale del paziente. Per evitare il più possibile che le radiazioni danneggino anche il patrimonio genetico delle cellule dei tessuti sani, i fasci vengono sagomati e rivolti da diverse angolazioni, studiate ad hoc dai fisici e dai medici dell’equipe ospedaliera.”

Questo è all’incirca quel che potete trovare su Wikipedia o comunque in giro per la Rete, riguardo alla radioterapia esterna. Che sicuramente, a livello medico e scientifico, è molto più di questo, solo che quando rischi di trovartici faccia a faccia forse ti serve cominciare a capire in modo semplice di cosa si tratta.

Prevenzione e diagnosi del tumore al seno: consigli

Perché radioterapia, insieme a chemioterapia, sono termini ormai molto diffusi, ma la percezione che ne si ha è quella di cose negative ma non meglio identificate. Che fanno paura. Ebbene vi dirò qualcosa sulla radioterapia che probabilmente non troverete in Rete. Qualcosa che solo chi ci è passato può raccontare.

Radioterapia, cos’è e come funziona

Cosa succede prima della radioterapia? Prima della terapia vera e propria, i medici procedono al cosiddetto centraggio, che serve appunto a cercare le angolazioni più adatte per emettere i fasci di radiazioni senza che questi danneggino troppi tessuti sani.

I medici e i fisici posizionano i pazienti in varie maniere su un macchinario e poi procedono ad eseguire dei mini-tatuaggi (tipo puntini) per segnare in modo permanente come dovrà essere posizionata la macchina della radioterapia durante le radiazioni. Dicono che si tratti di segni semipermanenti, ma non è così: i puntini rimangono anche dopo la terapia.

Cosa succede durante la radioterapia? Durante la radioterapia il paziente deve rimanere immobile, perché è importante centrare bene la posizione della macchina e non deviare i fasci di radiazioni, sempre per preservare i tessuti sani. Rimanere immobili su quel tavolo duro è forse la cosa più fastidiosa del “durante”. Il macchinario girerà intorno al paziente emettendo rumori strani, ma mai urticanti quanto quelli di una risonanza magnetica.

I medici rimangono in contatto visivo e audio con il paziente, dalla stanza a fianco. Naturalmente c’è un altro aspetto che può risultare fastidioso: la zona da trattare dovrà essere priva di vestiti. Quindi il paziente nella maggior parte dei casi rimane mezzo nudo davanti all’equipe. Dopo le prime volte, tuttavia, l’imbarazzo scemerà. La durata di ogni seduta varia da caso a caso: da 5 a 20 a 40 minuti, anche a seconda dell’intensità dei raggi.

Ma ogni paziente ha una terapia personalizzata ed è quindi impossibile stabilire delle regole assolute in merito. Tuttavia nella maggior parte dei casi la terapia viene eseguita ogni giorno (tranne sabato e domenica) per circa 3 mesi. Una volta a settimana al paziente viene chiesto un emocromo, un semplice esame del sangue per controllare i livelli di globuli bianchi e rossi nel sangue; in caso di variazioni significative degli stessi occorrerà fare delle punture.

Quali possono essere gli effetti collaterali della radioterapia?

Il primo effetto, e sicuramente il più conosciuto, è la bruciatura della zona colpita dalle radiazioni. Un effetto che, con le creme che i medici consigliano di usare tutti i giorni, può essere contenuto e sfociare in una sorta di “abbronzatura” della zona interessata, che scompare dopo qualche tempo.

Altri effetti, meno conosciuti e meno diffusi, rientrano nel cosiddetto “mal di raggi”: nausea, ansia, tachicardia, spossatezza. E in questo caso prima che tutte le conseguenze si estinguano, dovrà passare qualche mese dall’ultima terapia, perché il corpo deve avere il tempo di liberarsi dalle radiazioni. Esistono comunque dei farmaci di profilassi che possono attenuare questi effetti.

Consigli per affrontare al meglio la radioterapia

  1. Qualcosa da leggere in sala d’attesa. A volte c’è tanto da aspettare, anche se sono stati stabiliti degli orari.
  2. Spalmare la crema che prescrivono i medici almeno due volte al giorno, senza dimenticarsene mai
  3. Girare con un thermos di camomilla per affrontare gli attacchi d’ansia
  4. Organizzarsi il tempo in modo da potersi riposare il più possibile
  5. In generale non chiedere troppo al proprio corpo: anche se si tratta di una terapia molto più leggera rispetto ad altre come la chemio, è comunque dura da affrontare per l’organismo
  6. Riferire all’equipe ogni sintomo o malessere che dovesse manifestarsi durante la terapia: i medici hanno sempre un modo per aiutare i pazienti in questi frangenti
  7. Una volta finita la terapia, si può anche pensare di liberarsi dai puntini del centraggio con un bel tatuaggio vero: sarà un segno della vittoria o della lotta contro la malattia.
  8. Avere pazienza per qualche altra settimana in caso le conseguenze della radioterapia non spariscano subito
  9. Circondarsi di persone pronte a dare aiuto e conforto: non bisogna mai vergognarsi di chiedere quando si affrontano queste cure così pesanti!
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