Censis, 33.300 veterinari in Italia, in crescita donne ma non guadagni

In crescita il numero di donne che sceglie la professione veterinaria, ma i guadagni non aumentano nonostante il valore sociale di questo lavoro

Una professione sempre più in rosa. Nel 2018 gli iscritti all'Ordine dei medici veterinari sono 33.302, il 23,5% in più rispetto al 2008. E le donne sono aumentate del 53,6%: in 10 anni sono passate dal 37,4% al 46,5% del totale degli iscritti. Nello stesso periodo sono leggermente aumentati i veterinari under 40 anni (+1,9%), mentre è molto forte l'incremento degli over 60 (+337,1%).

Se quella del veterinario è un'immagine positiva – il 35,3% degli italiani ritiene che svolga un lavoro utile e il 28,5% lo definisce professionale – la stima non si traduce in un adeguato riconoscimento economico. A 5 anni dalla laurea i medici odontoiatri guadagnano in media 2.131 euro netti al mese, i medici chirurghi 1.820 euro, i medici veterinari solo 1.271 euro: il 40% in meno dei primi e il 30% in meno dei secondi.

Gli studi veterinari, inoltre, dichiarano un reddito medio di impresa o di lavoro autonomo di 21.160 euro all'anno, contro i 51.740 euro degli studi odontoiatri (il 59% in più) e i 65.870 euro degli studi medici (il 68% in più). E' quanto emerge dalla ricerca 'Il valore sociale del medico veterinario', presentata a Roma da Massimiliano Valeri, direttore generale del Censis.

Tornando al giudizio dei connazionali, si tratta di una professione complessa per il 13,8% e affascinante per il 12,1%. I giudizi negativi sono trascurabili: è un lavoro manuale per il 3,9%, sporco per il 3,0%, pericoloso per l'1,9% e ripetitivo per l'1,6%. La buona reputazione è confermata dal fatto che il 66,3% degli italiani incoraggerebbe un giovane che volesse studiare medicina veterinaria all'università.

E ancora: l'81,1% degli italiani ritiene che sia molto importante fare controlli igienico-sanitari negli allevamenti; il 75,1% attribuisce la massima rilevanza ai controlli di qualità negli stabilimenti di produzione e trasformazione degli alimenti di origine animale; per il 71,1% è prioritaria la protezione degli animali in via di estinzione, e per il 64,1% è molto importante garantire la salute degli animali da compagnia.

I veterinari, hanno ricordato gli esperti in occasione dell'incontro, garantiscono la qualità e la sicurezza degli alimenti di origine animale che finiscono sulle nostre tavole. I medici veterinari pubblici, inoltre, si occupano della salvaguardia dell'ambiente, attraverso i controlli delle acque fluviali e marine e delle fonti di inquinamento ambientale, e della protezione delle specie animali in via di estinzione.

Per capire pienamente il ruolo sociale del medico veterinario, basti pensare alle malattie infettive dell'uomo che provengono dal serbatoio animale o al fatto che è scientificamente provata la funzione terapeutica degli animali per persone con disturbi del comportamento o gravi malattie.

"Serve conciliare ambiti finora disgiunti, medicina umana e veterinaria, globale e locale, per convergere verso una sanità pubblica comparata. Questo ci consentirà di parlare e scrivere One Medicine, One Health", ha concluso Gaetano Penocchio, presidente della Fnovi (Federazione nazionale Ordini veterinari italiani

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