Il menù di Santo Stefano

Dopo il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale è ora di affrontare il pranzo di Santo Stefano: ma davvero dopo due giorni di abbuffate bisogna preparare da capo un altro mega pranzo? Forse non è proprio il caso di preparare ancora grandi pranzi e cene, piuttosto godersi il giusto riposo! Ecco un po' di astuzie e ricette che possiamo sfruttare

Il menù di Santo Stefano

Come porsi davanti al pranzo di Santo Stefano?  In alcune famiglie viene trascurato, in altre ha piena dignità quasi come il pranzo di Natale e lo si celebra tutti insieme per tradizione. Di sicuro il 26 dicembre è il giorno festivo di recupero per eccellenza: non a caso la festività fu istituita in Italia solo nel 1947 proprio con lo scopo di prolungare i festeggiamenti di Natale. Ma quindi il giorno di Santo Stefano si sta a dieta o si può organizzare l’ennesimo mega pranzo?

Spesso dipende dal contesto: soprattutto nelle famiglie numerose, dove per vedersi davvero tutti c’è bisogno di fare più round, Santo Stefano è un giorno di festa a tutti gli effetti da onorare con un pranzo adeguato, anche se gli eccessi dei due giorni precedenti dovrebbero renderci cauti. Non è un mistero che il menù della Vigilia e quello del pranzo di Natale metteranno a dura prova le nostre capacità mangerecce, ma anche la voglia di cucinare dei padroni di casa di turno. Insomma: lo sforzo organizzativo trova la sua maggiore applicazione tra il 24 e il 25, e per Santo Stefano anche le manie di perfezione delle cuoche più provette saranno ormai sfumate.

Questo non vuol dire però che il pranzo di Santo Stefano debba essere trascurato del tutto. Al contrario, lo si può imbastire anche in maniera relativamente veloce sfruttando una serie di accorgimenti e di ricette furbe. Avete detto la parola “avanzi”? Ebbene sì, anche gli avanzi natalizi avranno la loro parte e ora andiamo a vedere come. Quasi sicuramente vi è avanzato qualcosa del menu della vigilia o di quello di Natale. Perché sprecarlo? Con un po’ di fantasia tutto può prendere nuova forma e sostanza. Anche il menu di santo Stefano può essere un momento speciale per assaporare un ottimo pranzo in compagnia di parenti e amici, senza per questo doversi nuovamente abbuffare o stancare con la preparazione:

Polpette
Polpette fatte con arrosto avanzato
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Potrebbe sembrare volgare dirlo ma dobbiamo essere schietti: abbiamo passato due giorni a strafogarci, abbiamo cucinato quintali di cibarie e con ogni probabilità siamo invasi dagli avanzi, e buttar via del cibo è assolutamente fuori questione. Del resto gran parte dei cibi si conservano benissimo nell’arco di due soli giorni, quindi vediamo cosa possiamo riciclare senza troppa vergogna:

  • pasta avanzata: se vi è avanzata parte dei primi il riciclo è davvero facile. Pasta al forno e lasagne ci facilitano il lavoro perchè basta una passata in forno. Ma se vi è rimasta pasta di altro tipo prendete in prestito dalla tradizione napoletana la frittata di pasta.
  • Riso avanzato: il riso scaldato così com’è non vi sconfinfera? Preparate un bel tortino: basterà imburrare uno stampo per forno, metterci dentro il riso (aggiungendo ingredienti che leghino come uova o formaggi, a seconda di cosa si abbina meglio) e date una spolverata di pan grattato. Infornate tutto finchè la parte superiore non diventa dorata e servite caldo.
  • Carne avanzata: cosa fare con gli avanzi di arrosto o simili? Presentati così come sono questi avanzi sono decisamente tristanzuoli, ma sappiate che potete dar loro nuova vita (e un’apparenza decisamente migliore) trasformandoli in polpette. Basterà spezzettare la carne, eliminare eventuali ossa e aggiungere mollica di pane ammollata e sbriciolata con dell’uovo per legare. Amalgamiamo bene l’impasto, ricopriamo le polpette di pangrattato e friggiamo: alla dieta penseremo dopo le feste, ma se proprio non volete esagerare potete semplicemente cuocere queste polpette in forno.
  • Il pane: se alla Vigilia avete comprato troppo pane, che ora sta inevitabilmente diventando raffermo, recuperatelo in corner proponendo un bell’antipasto di bruschette o tartine.
  • Dolci natalizi avanzati: pandoro, panettone e torrone avanzati si possono tranquillamente consumare così come sono, ma se avete voglia di proporli in maniera più sfiziosa date un’occhiata a tutte le nostre ricette di dolci da fare con gli avanzi dei dolci di natale.

I contorni per il menù di Natale

Tortellini in brodo
ortellini in brodo leggero
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Se volete essere ligi alla sobrietà mangereccia almeno per Santo Stefano, e se non avete moltissimi avanzi da sfruttare, ecco qualche idea per un menù sfizioso ma leggero che si addica al 26 dicembre:

  • Saltate gli antipasti, a meno che – come sopra – non vi siano rimasti salumi, formaggi, finger food vari da consumare dopo il pranzo di Natale. Se invece decidete di non proporre il primo potete invece abbondare con gli antipasti.
  • Anche il primo potrebbe essere bypassato, specie se optate per la soluzione antipasto ricco+secondo. Altrimenti puntate su un bel brodo, cui potete associare ravioli e tortellini, magari in porzioni non esagerate. Noi intanto vi ricordiamo come fare un brodo a regola d’arte in molti modi diversi.
  • Per il secondo puntiamo sul pesce, più leggero rispetto ai secondi di carne che sicuramente non ci saremo fatti mancare per il pranzo di Natale. Dite che avere pesce fresco il 26 dicembre sia un’impresa? E allora puntiamo su un pesce che per definizione non è fresco, e cioè il baccalà: l’unica accortezza da tenere a mente è ricordare di metterlo a mollo il giorno prima per dissalarlo. Noi vi regaliamo un utilissimo ricettario tutto dedicato al baccalà.

Piatto ricco di antipasti
Piatto ricco di antipasti
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Tutte le nostre belle parole sul valorizzare gli avanzi e il mettere a punto un menù magro e leggero per Santo Stefano vanno tranquillamente a farsi benedire se ci geolocalizziamo in Campania, e in special modo a Napoli. Qui anche il pranzo di Santo Stefano ha le sue regole e soprattutto i suoi piatti tradizionali, in parte simili a quelli natalizi, a cui non si sfugge. E no, non pensate neanche per un secondo a quella storia della dieta. Ecco come si articola il pranzo di Santo Stefano napoletano:

  • Antipasto: si ripropone il tradizionale antipasto natalizio fatto di abbondanti piatti di affettati tipici e formaggi della zona. Guai a rifiutare la portata
  • Minestra maritata: piatto immancabile della tradizione napoletana, è una minestra che unisce (letteralmente “marita”), diversi tagli di carne e verdure di stagione. Ecco la ricetta della minestra maritata.
  • Pasta al ragù napoletano: decisamente diverso dal più noto ragù bolognese, ha una preparazione lunga ma ne vale la pena. Qui la ricetta completa del ragù napoletano, la cui preparazione –  non dimentichiamolo – ci fornisce anche la seconda portata, vale a dire la carne utilizzata per fare il sugo.

Anche arrivando in Puglia, bisogna abbandonare l’idea degli avanzi? Forse no, perché la tradizione barese offre un’idea semplicissima e geniale per riutilizzare gli avanzi: trasformarli in antipasti:

  • Primi avanzati: se per il pranzo di Natale avete preparato una lasanga, ora potete proporla tagliata a quadrotti su un piatto da portata; lo stesso vale per la parmigiana e per qualsiasi altro primo, di cui volendo potete fare una buonissima frittata di pasta.
  • Sugo e carne avanzata: probabilmente a Natale avete preparato una bella lasagna e per secondo delle ottime fettine di carne e qualcuna è avanzata. Allora fate delle buone braciole! Il sugo lo avete già, la carne anche, basta condirla con ingredienti semplicissimi che sicuramente avete in casa e il gioco è fatto! Ecco come cucinare le braciole alla pizzaiola.
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