Amare e tradire: oggi è più facile essere infedeli? Il libro di Rita D’Amico

Nel suo saggio “Amore e infedeltà” la dottoressa Rita D'Amico analizza in modo vivace e intelligente il tradimento, un fenomeno nato insieme all'umanità, oggi più che mai ricco di nuovi risvolti e aspetti da scoprire.

Amare e tradire: oggi è più facile essere infedeli?

Pochi eventi sconvolgono la vita di una coppia come l’infedeltà. Le reazioni emotive di chi viene tradito possono essere talvolta molto gravi e trascendere in una spirale di ricatti e vendette tali, da compromettere il benessere delle parti in gioco.
A complicare le cose ci si mette anche la modernità. Se cinquant’anni fa essere infedeli voleva dire andare a letto con qualcuno al di fuori della relazione coniugale (a leggere il Kamasutra si trattava di una cosa normale), oggi l’infedeltà si tinge di una più ampia gamma di sfumature. Si pensi alle relazioni virtuali: la Corte d’Appello di Bologna ha solo recentemente emesso una sentenza secondo cui chi chatta sui siti d’incontro alla ricerca di nuove relazioni, viola l’obbligo alla fedeltà coniugale.
Inoltre fino a qualche tempo fa l’immagine tipica di un triangolo vedeva l’infedele, la persona tradita e l’amante, comunemente qualcuno non sposato. Oggi il numero delle persone coinvolte sono aumentate perché spesso anche l’amante è a sua volta in coppia o coniugato.

Perché tradiamo? Che cosa spinge a una scappatella oppure a una relazione che dura nel tempo? Perché c’è chi lo fa e chi no? E che dire del perdono?
A questi e altri quesiti dà una risposta la dott.ssa Rita D’Amico, psicoterapeuta e ricercatrice del Cnr, in “Amori e infedeltà. Triangoli relazionali tra vecchie credenze e nuove realtà” (Franco Angeli), un intrigante saggio che affronta con un linguaggio leggero e fruibile un argomento complesso e fa luce sul modo in cui, il tradimento e il senso di colpa che ne scaturisce, risultano cambiati alla luce delle trasformazioni nei rapporti
interpersonali avvenute nel nuovo millennio.
I dati Istat riportati nel suo saggio dicono che oggi ci si separa più di ieri. E in Italia, come in molti altri Paesi occidentali, tra le cause più frequenti di divorzio spicca l’infedeltà. Considerando l’evoluzione nei rapporti tra uomo e donna, cosa porta oggi gli italiani a tradire?
Oggi il tradimento non ha per tutti una connotazione negativa come in passato. Non implica più la violazione di norme o dell’impegno alla fedeltà, ma semmai per alcuni è l’occasione per capire che non sono più innamorati del partner.
Poiché le norme a favore della fedeltà sono meno sentite di un tempo, e poiché c’è meno empatia a livello
interpersonale, che ci consente di metterci nei panni di chi è tradito e di comprendere la sua sofferenza, la gente prova molto meno senso di colpa per scappatelle e relazioni parallele. In più, la soddisfazione sessuale è ormai un aspetto dell’auto-realizzazione e se il partner non ci soddisfa, perché non cogliere le opportunità offerte al di fuori della relazione?
Di conseguenza, vivere nella sicurezza del rapporto di coppia e prenderci ogni tanto delle libertà è più accettabile di vent’anni fa, perché oggi più di ieri ci sentiamo in diritto di farlo.
Perché dovremmo rinunciare al nostro piacere? Presi come siamo da noi stessi, pensiamo molto meno alle conseguenze che il nostro comportamento può avere sul partner e sulla relazione, anche se il tradimento contiene un’asimmetria di fondo: al piacere di chi tradisce corrisponde la sofferenza di chi è tradito, ma la tendenza è negare l’esistenza di quest’asimmetria.
Infine, i social media e le nuove tecnologie in generale ci hanno offerto l’opportunità di accrescere i nostri incontri al di fuori della coppia, rimanendo a casa e senza destare i sospetti del partner. O perlomeno questa è la nostra convinzione, perché le nuove tecnologie, paradossalmente, hanno accresciuto anche il rischio di essere scoperti.
 
Qual è il comportamento più giusto da adottare quando si scopre un tradimento, specie in presenza di figli?
Non esiste un comportamento più giusto in assoluto, perché ci sono delle variabili che intervengono: la gravità dell’infedeltà che dipende dall’intensità dell’esperienza. Parliamo di perdono. Rispetto a ieri la scelta di perdonare il partner che tradisce risulta molto più difficile. Nel suo libro spiega che oggi parenti e amici della vittima di un tradimento sono poco tolleranti nei confronti del traditore e spesso non offrono il loro supporto psicologico a chi subisce un tradimento e vorrebbe ricucire il rapporto
 
In quali casi, secondo lei, vale la pena perdonare?
Vale la pena perdonare quando l’episodio non si ripete, ma è eccezionale e l’infedeltà non costituisce una minaccia permanente al rapporto, facendo vivere chi è tradito in uno stato di allerta continuo. In questi casi, anche se all’inizio siamo disposti a perdonare, è meglio interrompere il rapporto. Quando invece in chi tradisce notiamo un interesse sincero a ricominciare il rapporto su nuove basi, ad assumersi la responsabilità di quanto è accaduto
e, di conseguenza, a chiedere scusa con umiltà, provando anche rimorso, evitando di ridimensionare la gravità dell’accaduto e senza pretendere che tutto torni nella normalità subito, senza dare il tempo al partner di superare tutto il risentimento, la rabbia e l’umiliazione provata, allora vale la pena perdonare.
 
Un aspetto importante in una coppia è l’intimità, intesa come vicinanza emotiva, attrazione fisica, comunicazione, onestà e supporto reciproco. Quando manca il rischio di infedeltà è alto. D’altro canto però, lei sostiene che spesso se l’intimità manca è perché se ne ha paura e il tradimento potrebbe, dunque, essere l’espressione di questa ambivalenza. Come venirne a capo?
La consapevolezza di sé e delle proprie contraddizioni può essere di grande aiuto in generale, ma non credo che sia una contraddizione a cui lei fa riferimento: a volte manca l’intimità proprio perché la temiamo, abbiamo paura di dipendere dal partner per non mostrare la nostra fragilità e allora avere un’avventura o più di una può farci sentire meno dipendenti dal partner. Direi quindi che la contraddizione sta nel volere un rapporto a tutti i costi, anche quando l’impegno in una relazione ci fa paura
 
Cosa può fare una coppia che ha vissuto un tradimento a ripartire su basi più costruttive e solide?
 
La risposta è già contenuta nel perdono, con l’aggiunta di un atteggiamento empatico da parte di entrambi i partner e una disposizione interiore a riflettere sul passato non solo per capire ciò che ha portato al tradimento, ma anche per recuperare tutti i momenti positivi e i desideri di ciascuno che hanno portato a scegliere di costruire una relazione
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