Serve o no la pausa di riflessione?

Riflettere o non riflettere? Questo è il dilemma. Insomma, prendersi o no la famosa pausa, temuta, amata, odiata o rincorsa da ogni coppia? Se stiamo vivendo un rapporto a due, prima o poi il dubbio ci assale. Se avete deciso di chiudere per ferie il vostro rapporto, ecco tutto quello che bisogna sapere sulla leggendaria PDR

La Pausa di riflessione sembra contenere già in sè una contraddizione in termini. Mi fermo per pensare o mi fermo per non pensare? La pratica prevede, in ogni caso, di lasciarsi per un certo periodo di tempo, perchè altrimenti proprio non si riesce a riflettere. Della serie: vado nell’altra stanza, sai qui non mi concentro… ci lasciamo per un po’ di tempo così mi si riaccende il cervello? Già da queste premesse si intuisce che la Pausa di Riflessione è una creatura tutta maschile, tipica di un essere umano che non riesce mai a fare due cose contemporaneamente. E di solito sotto la pausa la gatta che cova ci campa…

Pausa di riflessione o paura di riflessione?

Un periodo di crisi in una coppia non é come indossare le scarpe sbagliate. Non basta nasconderle nel ripostiglio per dimenticare l’errore. I problemi in una relazione ci sono e vanno affrontati. Parlandone, urlando, litigando insieme, fino a lasciarsi se serve. Non di certo mettendoli in frigo in attesa della cura, o sospendendo la questione per un po’. Questo più che riflettere sembra il contrario, no?
Inoltre la pausa andrebbe proprio evitata se chiederla é:
una tattica con cui ci illudiamo di mollare l’altro a piccole dosi e senza farlo soffrire;
una tecnica di sospensione dei litigi;
un modo per non chiedersi perchè preferiamo il giardiniere (o la segretaria) nel nostro letto;
il diversivo alla fine di un amore, da parte di uno o entrambi i partner;
una bugia della serie “devo ritrovare me stesso ma intanto tu aspettami”;
in questi casi sarebbe meglio barattare lo stand-by con un’accelerata e chiudere al più presto la malconcia storia.

In quali casi può servire

Ogni relazione è un universo a sè e le eccezioni esistono sempre. Se state passando un brutto momento sul piano personale, per esempio, allontanarvi dal nido della coppia potrebbe servirvi a focalizzare i problemi e ad affrontarli senza pesare troppo sull’altro. Qualcuno avrà da obiettare che un rapporto d’amore è quello in cui si deve condividere tutto, ma in questo romantico presupposto dimentichiamo spesso che l’altro è un essere umano coi suoi problemi e le sue rogne. E’ che due pentole a pressione, messe una accanto all’altra, non danno mai buon brodo. Questo vale soprattutto per una relazione agli inizi. Un altro motivo valido per decidere di staccarsi per un po’ può essere quello di capire se si può perdonare o meno una persona che ci ha deluso o tradito. Prima ci penso e poi te lo dico suona molto meglio di: ti massacro, te la faccio pagare e poi ti lascio.

Pausa di Riflessione: istruzioni per l’uso

Se avete deciso che la PDR è l’unica soluzione alla vostra crisi ecco cosa fare. Stabilite prima (e non durante, attraverso estenuanti telefonate, sms, incontri di delucidazione, o peggio dopo) i termini della separazione:
Quanto deve durare?
Chi capisce prima chiama?
Se nel frattempo uno si sposa deve avvisare l’altro?
Qual è il vero scopo della pausa, riunirsi o mollarsi?
Si sta in libertà condizionata o sono ammesse le uscite extraconiugali?
Si può interrompere la pausa in caso di morte del cane?
E se uno resta in panne sull’autostrada?
Se l’altro ci manca dobbiamo dirglielo o piuttosto strozzarci?
E’ una pausa totale o solo visiva e quindi ci si può chiamare e sentire?
Il sesso al telefono vale?

Prima di iniziare la vostra PDR compilate il questionario. E non venitemi a dire che non vi avevo avvisato…

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