Frida contro Tinder: storie di app da rimorchio e grandi amori

E se all'improvviso qualcuno provasse a rimorchiare sui siti di incontri con alcune frasi rubate alle celebri lettere d'amore? Una giornalista ha tentato l'esperimento...

Rose rosse, lettere struggenti, poesie romantiche, non c’è che dire, noi figlie dell’era 2.0 tutte queste belle espressioni d’amore ce le possiamo caldamente scordare. Così, per colpa della frenesia quotidiana, delle chat invadenti e del rimorchio ciberneutico, il massimo a cui possiamo ambire quando conosciamo un uomo, è uno smile con gli occhi a cuore inviato tramite Whatsapp, dopo che ci siamo scambiati il nuomero di cellulare. Wow. 

Non esistono più gli amori di una volta, quelli che sapevano parlare al cuore, che mettevano a nudo l’anima, che trasudavano sentimento. Oggi il verbo “corteggiare” è stato soppiantato da “rimorchiare“, le lettere sono state rimpiazzate dalle mail (e anche queste sono in via di estinzione grazie ai messaggini) e le persone si conoscono solo sui siti d’incontri o sulle app come Tinder. Ma stiamo scherzando?

Stanca, come noi, di questo freddo metodo di approccio, una giovane giornalista inglese, Sophie Cullinane, ha deciso di portare un po’ di romanticismo old style nel nuovo sito di incontri, Tinder, cercando di conquistare l’eventuale anima gemella usando, all’interno delle conversazioni, alcune frasi delle più belle lettere d’amore della storia. 

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Missive indimenticabili come quella che George H. Bush scrisse alla sua Barbara mentre si trovava in guerra, o quella che Oscar Wilde scrisse a Lord Alfred Douglas nel 1897, o ancora alcuni stralci del diario di Frida Kahlo dedicati al suo amante Diego Rivera.

Ebbene il tutto si è svolto all’incirca così:

Lettera originale da Frida Kahlo a Diego Rivera

“Diego,

niente è paragonabile alle tue mani né niente è uguale all’oro-verde dei tuoi occhi. Il mio corpo si riempie di te per giorni e giorni. Sei lo specchio della notte. La luce violetta del lampo. L’umidità della terra. L’incavo delle tue ascelle è il mio rifugio. Le mie dita toccano il tuo sangue. Tutta la mia allegria è sentire germogliare la vita della tua fonte-fiorita che la mia custodisce per riempire tutte le vie dei miei nervi che sono tue“.

Conversazione su Tinder:

Neil: Ehilà! (faccina sorridente)

Sophie: Tu Sei lo specchio della notte. La luce violetta del lampo. L’umidità della terra.

N: Eh?!

(Faccina imbarazzata)

S: L’incavo delle tue ascelle è il mio rifugio

N: Ahahahahahahahahahah

Di dove sei?

S: Le mie dita toccano il tuo sangue

[Utente bloccato]

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E’ proprio vero, non siamo più abituate a sentir parole d’amore, e un approccio diverso dalle solite faccine buffe e dalle consuete domande di circostanza non ci incuriosisce, ma ci spaventa al punto da bannare chi è dall’altro capo del computer.

Certo che se magari la tizia non avesse iniziato subito a parlare di sangue e ascelle magari…

 

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