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Anorgasmia? Come ritrovare l'orgasmo perduto
Si dice anorgasmia la difficoltà a raggiungere l'orgasmo: non è una malattia, si distinguono vari tipi diversi e soprattutto ci sono delle soluzioni. Ce ne parlano gli amici di MySecretCase
Tirate fuori quest'argomento durante una chiacchierata tra amiche e sarà bagarre: da quella più navigata che si dirà espertissima in materia a quella più timida che tra un sorrisino sommesso e l'altro ti farà capire di non averlo mai provato, per non parlare di chi sa fingere l'orgasmo. L'orgasmo riesce sempre a far emergere il nostro lato più "Sex and The City". Sfidiamo chiunque a non invidiare, a dirla tutta con una certa dose di sospetto e circospezione, l'amica orgogliosa del suo orgasmo multiplo o anale, o a non sentirci incredibilmente fortunate rispetto a quell'unica che rimarrà in silenzio ad ammettere tacitamente la sua difficoltà a raggiungerlo.
I segnali che svelano che l'orgasmo è finto
La verità è che se c'è una cosa nella quale non solo ogni donna è diversa dall'altra, ma anche la stessa donna differisce nel corso degli anni e delle relazioni, quella è l'orgasmo: vi sarà capitato, infatti, di eccitarvi più con alcuni partner che con altri o di preferire di fare tutto da sole onde evitare la frustrazione di un sesso penetrativo insoddisfacente. Sì, perché l'anorgasmia, ovvero la difficoltà a raggiungere l'orgasmo, non è una malattia che colpisce in via definitiva solo alcuni soggetti e non altri, ma un fenomeno in grado di investire tutti, chi più chi meno, in fasi particolari della loro vita.Le 10 posizioni infallibili per rimanere incinta
Innanzitutto esistono diversi tipi di anorgasmia: quella di chi non l'ha mai provato (anorgasmia primaria) e quella di chi lo ha già provato ma ora non lo prova più (anorgasmia secondaria); quella legata alla sola assenza di orgasmo vaginale ma non clitorideo (anorgasmia coitale) e quella più occasionale dovuta a situazioni specifiche (anorgasmia situazionale). In tutti i casi, le cause sono da rintracciare in motivi di ordine psicologico oppure, meno frequentemente, di ordine fisiologico.
La giornata mondiale dell'orgasmo
È risaputo infatti quanto il coinvolgimento mentale nelle donne sia preponderante nel raggiungimento non soltanto dell'orgasmo, ma, più in generale, di una sessualità più sana e felice: non sentirsi apprezzate o al sicuro tra le braccia del partner è una delle principali sensazioni che stanno alla base di quell'eccessivo autocontrollo che impedisce di lasciarsi andare completamente. Spesso è anche colpa di un'educazione moralistica e sessuofobica che incide sul senso di rimorso e vergogna nel sentirsi eccessivamente vogliose, oppure di un approccio al sesso troppo razionale per cui non si accetta la possibilità di perdere, anche solo per pochi secondi, le redini del gioco.
In tal caso, occorre innanzitutto prendere coscienza dei propri blocchi, capire se siano dovuti ad esperienze pregresse o ad un rapporto con il partner che non funziona, e poi agire di conseguenza: esercitarsi quotidianamente a lasciarsi andare, ad abbandonarsi al piacere, comunicare tutto al partner così da sentirsi più amate, seguite ed accompagnate in questa strenua ricerca, oppure, se il problema persiste o s'ingigantisce, rivolgersi ad uno specialista, sessuologo e psicoterapeuta che sia.
Prima di gridare al trauma psicologico, chiedetevi però se non si tratti piuttosto di un problema fisiologico dovuto all'assunzione di farmaci (pillola, antidepressivi) che inibiscono la libido o all'insistenza su pratiche sessuali che magari non si sposano adeguatamente con la vostra anatomia interna: perché infatti continuare ad insistere con la stimolazione del punto G se "venite" prima o più intensamente con il massaggio clitorideo? Perché assumere sempre le stesse posizioni quando potreste provarne nuove in grado di stimolare i nervi giusti?
Altro discorso invece per coloro che sentono di dover attribuire la mancanza di orgasmo all'avanzare dell'età, possibilmente se a questa corrisponde un progressivo rilascio del pavimento pelvico. In questo caso la soluzione è presto detta: palline vaginali. Scegliete quelle più giuste per voi, a seconda della tonicità dei vostri muscoli pelvici, e praticate 2/3 sessioni al giorno di 15 minuti l'una di esercizi di Kegel: nell'arco di un paio di mesi le contrazioni orgasmiche vaginali saranno di nuovo lunghe e definite come prima, parola di MySecretCase.
E se ancora non è cambiato niente, aiutatevi con i lubrificanti eccitanti per lei a base di estratti naturali che aumentano il flusso di sangue lungo i genitali donando loro maggior sensibilità, magari non saranno la soluzione definitiva, ma sicuramente male non faranno!
In ogni caso, ricordatevi che l'orgasmo non è un piacere accessorio, bensì necessario, fondamentale non solo per la vostra femminilità, ma anche per il vostro benessere: se non lo avete ancora mai provato, non rassegnatevi, ma correte (senza alcuno stress) ai ripari!