Diadema: da Kate alle passerelle, l’evoluzione della corona

Dalla testa super bonton di Kate Middleton alle passerelle, l'evoluzione della corona: da simbolo di sovranità ad accessorio urban

Dissacrare la corona o portare la sua simbologia ad un altro livello. Se una volta la tiara, o diadema, era qualcosa che simboleggiava sangue blu, o meglio sovranità e nobiltà, ora, a guardare le ultime passerelle, le cose sembrano essere cambiate.

Certo, quelle portate in passerella da Prada, Saint Laurent &co. su look grunge, a volte dai risvolti gotici non sono di diamanti e lapislazzuli, sono più un vezzo, un ornamento che serve a creare, contrasto e rottura, ma sono pur sempre piccole corone.

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Kate Middleton ha brindato con il presidente cinese Xi e la sua consorte, Peng Liyuan, durante il banchetto a Buckingham Palace, portando sulla testa la corona da principessa che il protocollo prevede s’indossi per gli incontri di Stato. Per Kate è stata la prima cena di stato da quando ha sposato, nel 2011, il Principe William.

La modernità e l’eleganza del suo abito rosso, l’acconciatura raccolta, nessun altro accessorio teso a catturare l’attenzione se non lei, la corona di diamanti dal gusto retrò che scintillava sulla sua chioma castana.

L’abbiamo vista e continuiamo a vederla sulla testa imbianchita di Queen Elisabeth e meno di frequente su quella delle altre regine e principesse: da Letizia Ortiz a Rania di Giordania, passando per Charlotte Casiraghi o Mary di Danimarca, per citarne alcune.

Secondo Wikipedia, l’origine della tiara è probabilmente di derivazione persiana, dove veniva utilizzata quale simbolo di distinzione soprattutto dei sacerdoti, con i quali giunse infine a Roma, diventando tra il IX ed il X secolo copricapo dei vescovi, e con conseguente uso comune di questi ultimi.

In generale, i gioielli delle corona (soprattutto quella inglese), risalgono ad epoche precedenti la riforma protestante e come tali hanno una connotazione religiosa e sacrale di origine cattolica. Ad esempio, le vesti tipiche del monarca all’incoronazione comprendono una dalmatica bianca simile a quella indossata dal diacono nella liturgia cattolica.

Gioielli insanguinati come quelli delle zarine Romanov che per non perderli durante la rivoluzione di febbraio, se li fecero cucire sui corsetti, ad esempio, o quelli ricevuti da Maria Antonietta che valevano 1.600.000 livres, una cifra assai elevata per l’epoca.

C’erano una volta, quindi, e da qualche parte ci sono ancora: castelli, regine dagli abiti sfarzosi, intrighi che vanno a finire ora direttamente sui siti di gossip, duelli all’ultimo sangue, regni in Pericolo (ok, forse questa sembra più una puntata de Il trono di Spade), fatto sta che ora la situazione è cambiata.

Gli stilisti, sulle ultime passerelle hanno decretato che siamo tutte principesse metropolitane. Da Prada a Miu Miu, passando per Saint Laurent, la moda ci vuole gotiche, con make-up scuro ed abiti a volte a brandelli, in contrasto con l’opulenza dei tessuti e delle piccole coroncine sulla testa, visibilmente meno in ordine di quella della Middleton.

Sentirsi principesse, nonostante la fretta, la voglia di non stare tutto il giorno sopra i tacchi, di non avere il tempo per sfoggiare sempre una piega perfetta. Sentirsi principesse, per tutto quello che siamo e rappresentiamo, ognuna nel suo piccolo grande mondo, con o senza Principe Azzurro.

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