Storia della moda anni ’40, dai tailleur militari alla finta riga dei collant: pillole di stile dagli anni dell’austerità

La moda anni '40 è stata contrassegnata dal periodo di grande austerità delle due guerre, ecco come le donne hanno cercato di non rinunciare alla loro femminilità e in che modo hanno segnato le tendenze di un periodo così duro

Nonostante il periodo nero in cui è nata, la moda anni ’40 ancora oggi viene considerata sinonimo di eleganza e femminilità. Le linee austere ma chic, la sobrietà, la semplicità dei tessuti che uniti ad accessori dall’animo frivolo, come i foulard, o glamour, come le borse rigide con tracolla, hanno caratterizzato uno stile che – dopo 80 anni – detta ancora tendenza e ispira gli stilisti, che ciclicamente ci propongono nelle collezioni: pantaloni-tailleur, gonne a matita, giacche dalle spalle squadrate e molto altro. Un periodo che, nonostante le poche possibilità, ha saputo tirar fuori nuove suggestioni per un guardaroba femminile meno “scontato” e soprattutto, più pratico. Sobrietà, praticità ed austerità le parole d’ordine dello stile femminile di quegli anni. Scopriamo insieme qualcosa di più su questo periodo, tanto difficile per le donne, quanto foriero di cambiamenti e suggestioni che dettano tendenza ancora oggi

 

La moda e lo stile anni ’40 in Italia

Le donne – durante i due conflitti mondiali – hanno dovuto gestire casa e lavoro da sole, i mariti erano al fronte e molte hanno iniziato a lavorare nelle fabbriche, ma non solo. In Italia, Benito Mussolini impone alle donne un’immagine omologata: il Duce vuole che la stirpe italiana sia sana, forte e robusta e per questo motivo ordina all’Ufficio stampa di vietare qualsiasi immagine femminile che ostenti magrezza o fragilità. La propaganda di Mussolini va quindi contro la donna emaciata, pallida e soprattutto incapace di procreare (spesso i motivi della sterilità femminile erano addotti al suo stato fisico).  Le ragazze dell’epoca, quindi, rinunciano ai fronzoli e si dedicano al recupero di ciò che hanno, sistemando la silhouette di alcuni capi o stravolgendone addirittura la forma, svolgendo piccoli lavoretti di maglia e sartoria in casa e cercando di mantenere uno stile pulito, sicuramente non stravagante. 

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1 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - Abito a fiori con giacca dal taglio militare -
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2 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - abito tubino scuro -
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3 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - acconciatura con onde -
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4 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - cappotto con colletto arrotondato -
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5 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - Gli anni 40 e la moda della maglia -
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6 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - Gonna a matita e cardigan con camicia -
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7 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - Gonna leggermente svasata fino al ginocchio -
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8 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - la camicia iperfemminile sotto la giacca tailleur -
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9 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - Maglione e gonna bonton -
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10 di 36 - Il film La Signora dello Zoo di Varsavia - tailleur e berretto -
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11 di 36 - the-zookeepers-wife-movie-jessica-chastain -
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12 di 36 - Gli abiti da sera -
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13 di 36 - Gli abiti sartoriali -
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14 di 36 - I calzini -
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15 di 36 - I capelli ad onda -
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16 di 36 - I cappotti -
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17 di 36 - I completi dal taglio militare -
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18 di 36 - I maxi cappelli -
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19 di 36 - Il cappello di paglia -
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20 di 36 - Il costume a due pezzi -
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21 di 36 - Il costume intero -
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22 di 36 - Il make-up -
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23 di 36 - Il riciclo delle stoffe -
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24 di 36 - Il tacco comodo -
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25 di 36 - Il trucco sofisticato -
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26 di 36 - La biancheria intima -
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27 di 36 - La gonna tailleur -
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28 di 36 - La maglieria -
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29 di 36 - La zeppa -
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30 di 36 - Le acconciature -
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31 di 36 - Le camicie bon ton -
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32 di 36 - Le giacche con le spalline -
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33 di 36 - Le gonne midi -
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34 di 36 - le sopracciglia sottili -
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35 di 36 - L'intimo -
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36 di 36 - Veronica Like -

I tessuti naturali, quali la lana e il cotone vengono razionati ed usati esclusivamente per le divise militari. Le donne di allora dovettero imparare ad usare altri tessuti, come quelli sintetici che pian piano si facevano spazio in quegli anni, in primis il nylon e poi il rayon – una fibra trasparente che si ottiene dalla cellulosa, per poter dare vita a nuovi capi. Basti pensare che, non potendosi permettere i collant, si utilizzava la matita nera per disegnare la linea dietro la coscia lungo il polpaccio e creare una sorta di “effetto collant”. Ben presto i calzini divennero sempre più popolari e anche il tacco, si fece più robusto. Gli anni legati al conflitto bellico inoltre, vennero anche definiti come il periodo della moda della maglia: erano sempre più diffusi “tutorial” su come ricavare un cappello da un maglione o riciclare capi vecchi e renderli nuovamente presentabili con dettagli di maglieria fatta a mano. Insomma, in quegli anni le donne più che mai dovettero ingegnarsi per realizzare capi di abbigliamento caldi e pratici per loro stesse e per la famiglia. 

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La silhouette anni ’40

Gli abiti prendevano dunque spunto dai modelli maschili: le giacche erano avvitate e con spalline squadrate, spesso imbottite. Si faceva largo uso dei tailleur con gonne a matita che arrivavano al ginocchio, sebbene in quegli anni entra a far parte del guardaroba femminile anche il pantalone. I colori di tendenza, inutile dirlo, erano tendenzialmente scuri o comunque neutri: il verde militare, il beige, il nero, la facevano da padrone. A smorzare questi toni le camicette bianche che, di solito, venivano portate sotto le giacche maschili o i maglioni di lana. Anche i vestiti da sera erano solitamente lunghi e molto abbottonati, l’unico strumento di seduzione era appunto la vita segnata da una cintura o delle piccole rouches, a decorare maniche e colletti. Anche le scarpe avevano trovato un compromesso nell’uso della zeppa o del tacco a rocchetto, per cui si prediligeva l’uso del sughero. A completare il look gli accessori, fondamentali per smorzare l’outfit austero: in primis, il foulard, portato legato al collo, o i guanti, immancabili per dare un tocco sofisticato al look.

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Le attrici famose degli anni ’40

Ad ispirare le donne in quegli anni c’erano delle icone del grande schermo come Veronica Lake e Katherine Hepburn. La loro immagine di donna indipendente fece breccia in chi allora cercava un modello a cui ispirarsi, considerando il periodo di forte austerità anche culturale. Soprattutto con la cultura americana e le attrici degli anni ’50, la moda sembrò ritornare ad essere più “giocosa”, negli Stati Uniti erano popolari all’epoca le Pin Up e si diffuse il trend delle cosiddette Sweater Girls con Marylin Monroe, Lana Turner e Jane Russell che erano solite indossare maglioni dal taglio maschile, ma con i famosi reggiseni a cono che rendevano la silhouette decisamente atomica.

A proposito di atomica, in quegli anni nacque in bikini, assurdo pensare sia nato proprio in un periodo storico così moderato nell’abbigliamento. Eppure, a causa delle restrizioni sull’uso della stoffa da parte del Governo americano, i costumi interi divennero più ridotti fino alla proposta di Louis Rear che chiamò la sua”invenzione” proprio Bikini – come l’atollo dove venne “testata” la bomba atomica.

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Trucco e parrucco anni ’40

I capelli erano decisamente preziosi in quegli anni, le donne tendevano a portarli raccolti durante il giorno e sciolti con morbide onde ad incorniciare il viso, usati come strumento di seduzione. Tra i colori dei capelli di maggiore tendenza in quegli anni troviamo il biondo miele, il castano caramello e il rosso ramato. Le acconciature, a quel tempo, erano considerate vere e proprie opere d’arte, essere in ordine era fondamentale, considerando appunto la parsimonia con cui ci si poteva prendere cura di se stesse. Nel make-up, irrinunciabile il rossetto rosso e sebbene il trucco scarseggiasse, le donne non rinunciavano mai ad un tocco di colore sul viso. Chi non aveva il phard ricorreva a dei piccoli escamotage, come dei piccoli pizzicotti sulle gote per conferirgli il colore rosato. Non era facile reperire i prodotti, ad ogni modo non si rinunciava ad una base perfetta, grazie alle ciprie compatte, e sugli occhi un velo di ombretto dalle tonalità neutre. I brand beauty più amati dell’epoca erano Max Factor e Helena Rubinstein, anche i primi a proporre stick per il make-up pratici da usare e traspotare. L’eyeliner non era ancora molto diffuso, irrinunciabile, invece, il mascara e il rossetto come dicevamo, per renderlo più brillante si usava un velo di glicerina sulle labbra

La signora dello Zoo di Varsavia il film

Se amate questo stile, adorerete i look sfoggiati dell’attrice, candidata due volte all’Oscar, Jessica Chastain nel film La signora dello Zoo di Varsavia. Jessica interpreta Antonina Żabińska, moglie, madre e lavoratrice, divenuta durante la Seconda Guerra Mondiale una vera e propria eroina. Il film è adattato al libro di Diane Ackerman, tratto dai diari di Antonina. Ambientato nella Polonia del 1939, dopo la brutale invasione nazista, la coppia di coniugi Antonina (Jessica Chastain) e il marito il dottor Jan Żabiński (Johan Heldenbergh), custode dello zoo della città, si trovano con pochi animali sopravvissuti, dopo il bombardamento della città di Varsavia. I coniugi sono una coppia molto unita, sia nella vita privata che professionale e quando la violenza nazista arriva all’apice, con l’inizio della persecuzione degli ebrei, i due scelgono di dare il loro contributo collaborando con la Resistenza. Decidono di mettere a disposizione tutti gli spazi sotterranei dello zoo per salvare gli abitanti del Ghetto, Antonina non si fermerà neanche quando sarà costretta a mettere a rischi la sua vita e quella dei suoi figli.

Link utili e info sul film La Signora dello Zoo di Varsavia

  • La pagina Facebook
  • Distribuito da M2 Pictures
  • Titolo originale: The Zookeeper’s Wife
  • Interpreti:
  • Jessica Chastain: Antonina Żabińska
  • Daniel Brühl: Lutz Heck
  • Johan Heldenbergh: Jan Żabiński
  • Michael McElhatton: Jerzyk
  • Iddo Goldberg: Maurycy Fraenkel
  • Goran Kostic: Kinszerbaum
  • Shira Haas: Urszula
  • Efrat Dor: Magda Gross
  • Regia: Niki Caro
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