Captain Fantastic, la recensione del film con Viggo Mortensen
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Captain Fantastic Film
Viggo Mortensen torna sul grande schermo con un film che parla dell'essere genitori e di cosa significhi essere una famiglia. In Captain Fantastic del regista Matt Ross, Mortensen si propone nell'inedito ruolo di un padre che sceglie di crescere i propri figli lontano dalla città, realizzando fra i boschi delle foreste del Nord America un'utopia abitativa destinata a renderli forti, indipendenti e colti. Tutto questo può funzionare?
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Captain Fantastic, in uscita in Italia il 7 dicembre per la Good Films, ha già conquistato spettatori e critici dei festival di cinema internazionali, trionfando proprio alla Festa del Cinema di Roma dove ha conquistato il prestigioso premio del pubblico. E c'è già chi parla di una possibile candidatura all'Oscar per Viggo Mortensen.
Captain Fantastic, la trama
Ben vive con i suoi figli nelle foreste dell'America del Nord. La famiglia Cash abita in un tepee attrezzato con tutto ciò che può servire, coltiva verdure in una serra costruita da papà Ben ed è completamente autonoma. L'uomo ha infatti insegnato ad ognuno dei 6 ragazzi a sopravvivere in mezzo alla natura, coltivando e cacciando e sottoponendoli ad un allenamento quotidiano degno dei migliori atleti professionisti. Nel tempo che resta ognuno dei figli si dedica allo studio, secondo un serissimo programma di home schooling elaborato dallo stesso Ben. Nessuno dei membri della famiglia sembra mettere in dubbio che questo sia il modo migliore di vivere, almeno fino a quando la notizia della morte della mamma non li spinge ad abbandonare il loro mondo e a confrontarsi con la civiltà moderna.
A bordo di Steve, il mitico pullman che funge da casa su quattro ruote per gli spostamenti della famiglia, Ben e i ragazzi intraprendono un viaggio on the road alla volta di Albuquerque, dove vive la borghese famiglia materna e dove si terrà il funerale. Nel corso di questa intensa odissea familiare verranno a galla i conflitti sotterranei e sarà messa in dubbio l'educazione che Ben ha scelto di impartire ai suoi figli. Proprio questi ultimi, scoprendo il mondo al di fuori della ristretta comunità familiare, metteranno in questione lo stile di vita condotto fino a quel momento.
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Captain Fantastic, la recensione
Captain Fantastic è un film che tocca il cuore e la mente dello spettatore, commuovendolo e spingendolo a riflettere sui rapporti familiari, ma anche sulle scelte di vita che si compiono. La famiglia Cash è un microcosmo in cui coesistono diverse anime: c'è il ribelle, il convenzionale, il più piccolo da proteggere e quello ormai grande pronto a prendere la propria strada nel mondo; c'è l'amore e c'è la volontà da parte di un padre, ma comune ad ogni genitore, di scegliere ciò che si ritiene sia meglio per i propri figli, per vederli felici e anche per proteggerli in qualche modo da ciò che del mondo spaventa e ferisce.
Il Ben di Viggo Mortensen è un uomo che ha rinunciato ad ogni ambizione personale per amore dei suoi ragazzi: ogni momento della giornata è dedicato a renderli forti, a farli crescere. Anche quando le decisioni di Ben sembrano meno condivisibili, è sempre evidente che sono dettate dall'amore e dal senso di protezione nei confronti dei figli. Lasciare che i ragazzi Cash abbiano finalmente una relazione con il mondo esterno, significa per Ben aprire la porta alla possibilità che soffrano, che restino feriti. Allo stesso tempo però Ben comincia a rendersi conto che tagliarli completamente fuori dalla vita "normale", vuol dire lasciarli allo sbaraglio nel campo delle relazioni umane, così all'oscuro dalle regole sociali da apparire strambi agli occhi degli altri e anche questo può avere conseguenze dolorose.
Ma se un approccio così radicale inevitabilmente mostra i suoi limiti, in Captain Fantastic vediamo come anche il metodo tradizionale non sia necessariamente il migliore. Forse la ricerca di un equilibrio fra la via utopistica e un'educazione convenzionale che molto spesso sembra venire impartita con passività, acriticamente, senza che se ne vedano i problemi perché ritenuta socialmente accettabile e quindi al sicuro da critiche e ingerenze, è ciò su cui un genitore come Ben dovrebbe riflettere.
Viggo Mortensen e i sei bravissimi attori che danno volto ai ragazzi Cash riescono con le loro intense interpretazioni a comunicarci tutto questo e anche di più. Davvero in questa famiglia sul grande schermo è palpabile l'amore che regna in tutte le famiglie normali, quelle in cui malgrado errori e incomprensioni ciò che si desidera è la felicità dell'altro. Per questo Captain Fantastic non è solamente un film filosofico, ma è anche un film pieno di amore, probabilmente specchio di ciò che ognuno dei protagonisti, piccoli e grandi, ha messo nel proprio personaggio. Malgrado la famiglia sia numerosa, non è difficile capire i caratteri di ciascuno dei ragazzi, così le loro personalità e il loro modo di essere restano impressi nella mente.
Quando il sipario si chiude su Captain Fantastic si fa fatica a lasciar andare papà Ben, ma anche il giovane uomo Bo, le solidali e materne gemelle Vespyr e Kielyr, il contestatore (ma con ragione) Rellian, la lucida Zaja e il tenero (e nudista!) Nai e forse ognuno di noi desidera segretamente imbattersi prima o poi nel pulmino Steve con a bordo la famiglia Cash al completo.
Captain Fantastic, il trailer
Tutte le informazioni utili su Captain Fantastic
- Durata: 120 minuti
- Data di uscita: 7 dicembre 2016
- Distributore: Good Films