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La verità sta in cielo, il caso di Emanuela Orlandi arriva al cinema

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Al cinema dal prossimo 6 ottobre, La verità sta in cielo di Roberto Faenza porta sul grande schermo il caso irrisolto di Emanuela Orlandi, ripercorrendo una delle pagine più dolorose del nostro Paese.

La verità sta in cielo

Ci vuole coraggio per riaprire una delle più dolorose pagine della nostra  storia, quella della scomparsa di Emanuela Orlandi, e portarla sul grande schermo in un film, raccontando quel che si conosce e facendo ipotesi su quello che ancora non si può conoscere, poiché qualcuno, a 30 anni di distanza, non permette di accedere alla verità.

A trovare questo coraggio è stato il regista Roberto Faenza che, appassionato dai cold case, si è documentato, ha letto molti atti processuali, ha fatto ricerche su ricerche per portare al pubblico un prodotto il quanto più possibile concreto e completo, veicolato da due "Virgilio" dei nostri tempi. Due giornalisti di un news channel londinese che vogliono vederci  chiaro sulla vicenda di Emanuela Orlandi, mentre a Roma si parla solo di Mafia Capitale.

La verità sta in cielo, trama

Il 22 giugno del 1983, Emanuela Orlandi, 15enne cittadina del Vaticano, uscita dalla scuola di musica che frequentava, non fa più ritorno a casa aprendo uno dei casi più clamorosi (nonché tutt'oggi irrisolti) del nostro Paese. Attirato dallo scandalo di Mafia Capitale, il caporedattore di un news channel londinese (Shel Shapiro) vede un legame con la vicenda della povera Emanuela Orlandi e decide di inviare una sua giornalista, Maria (Maya Sansa) ad indagare a Roma.

Attraverso i racconti di Raffaella Notariale (Valentina Lodovini) - giornalista di Chi l'ha visto che anni fa riaprì il caso con un'inchiesta bomba - Maria conosce meglio Sabrina Minardi (Greta Scarano) ed Enrico De Pedis (Riccardo Scamarcio), uno dei boss più potenti della malavita romana, uomo potente e stratega, capace di passare con disinvoltura dalle bische alle feste con prelati e politici; uno dei più grandi delinquenti della mafia romana che dopo la sua morte fu addirittura seppellito in una chiesa, quella di Sant'Apollinare a Roma, poco distante da dove Emanuela Orlandi venne rapita.

È attraverso ciò che Sabrina Minardi ha raccontato alla Notariale, che Maria riporta il caso di Emanuela Orlandi ai nostri giorni, mostrando nuovi risvolti, nuovi depistaggi, una nuova chiesa e una verità che c'è  ma è ancora inaccessibile. "Il mio obiettivo con questa pellicola - ha dichiarato il regista in conferenza stampa - è quello di smuovere un po' di più la partecipazione attorno al dolore della famiglia Orlandi rimasta senza una risposta e siccome questa risposta c'è e si può dare, io con questo film alimento la speranza".

La verità sta in cielo, recensione

Il film di Roberto Faenza parte da Roma Capitale e da Massimo Carminati per aprire gli occhi su chi c'era alle spalle, su colui che per anni ha comandato la banda dei testaccini, la vera padrona di Roma: Enrico De Pedis appunto. E lo fa per bocca di 3 donne e in particolare di una, la sua amante, ma anche la sua pedina Sabrina Minardi, personaggio chiave della storia, che ci porta molto vicini alla verità.

La scelta coraggiosa e un po' fuori dagli schemi, fatta dal regista, è stata quella di mantenere la stessa attrice per interpretare Sabrina Minardi da giovane e in età avanzata e il risultato è stato eccezionale, grazie alla bravura, alla tempra e alla determinazione di Greta Scarano: "Ho avuto la possibilità di vedere Sabrina Minardi nei video delle interviste fatte da Raffaella Notariale che sono stati per me una specie di Vangelo, anche se lei si vede solo in controluce, le domande che le pone Raffaella con una sensibilità incredibile mi hanno aperto uno squarcio, io ho capito esattamente chi fosse Sabrina. Io ho fatto uno sforzo fisico nel portare un trucco pesantissimo che richiedeva 6 ore di preparazione - ha detto la Scarano riferendosi al make up portato per interpretare la Minardi in età avanzata - ma è vero che tutto questo ha aiutato l'interpretazione, io ho realmente portato la faccia di un'altra persona".

Riccardo Scamarcio è Enrico De Pedis

Dopo aver interpretato il Nero in Romanzo Criminale, Riccardo Scamarcio si è ritrovato a vestire i panni di un boss della malavita romana completamente diverso, quello che in molti chiamavano il Dandy: "È un De Pedis più stratega, ha delle peculiarità e delle caratteristiche, ad esempio che non si drogasse, che non bevesse, che avesse una specie di rigore necessario per gestire questi rapporti di altissimo livello. Nel film l'altro aspetto  importante è che si tratta del De Pedis raccontato dalla Minardi, quindi torniamo indietro nel tempo e vediamo anche il De Pedis nel suo privato, così come era con lei. Chiaramente è un aspetto per me, da interprete, importante", ha dichiarato Scamarcio

La video intervista a Riccardo Scamarcio e Greta Scarano

In occasione della presentazione del film La verità sta in cielo abbiamo incontrato Riccardo Scamarcio e Greta Scarano, due dei protagonisti del film di Faenza

 

Il ruolo delle giornaliste

Importantissimo nel film di Roberto Faenza il ruolo di Raffaella Notariale e Maria, che rappresentano il buon giornalismo e dimostrano il coraggio di voler andare a fondo: "Credo che con il nostro mestiere non possiamo cambiare il mondo, ma raccontarlo questo sì. Io sono una donna che agisce e che si schiera, una cittadina indignata", ha detto Valentina Lodovini che interpreta Raffaella Notariale. "Nel film rappresento l'Italia che non si arrende, che vuole sapere, che probabilmente è quella che potrebbe far cambiare le cose", ha aggiunto l'attrice. Diverso l'impatto di Maya Sansa, Maria nella pellicola di Faenza: "Si tratta di un caso talmente complesso che la prima sensazione è stata quella di caos, di confusione, di sapere le risposte che non abbiamo. Il mio più grande desiderio è quello che questo film possa attirare nuovamente l'attenzione su questa vicenda, anche per dare una risposta alla famiglia Orlandi".

I costumi di Massimo Cantini Parrini

In La verità sta in cielo si passa, di continuo, dagli anni '80 ai nostri giorni e, a rendere possibile questo salto storico, sono anche i costumi, creati dal costumista Massimo Cantini Parrini, vincitore del David di Donatello per i costumi de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. A noi di PianetaDonna Cantini Parrini ha raccontato qualche aneddoto, soprattutto su Greta Scarano (Sabrina Minardi), che nel film, è quella che più cambia, anche nei costumi: "Ho cercato di fare un percorso da ragazza del popolo a donna chic, per poi tornare ad un nuovo declino; in quest'ultimo caso ho creato una tuta per ingrassare Sabrina Minardi: è stato fatto un sottocorpo di tessuto e imbottiture ad hoc con la muscolatura". Vestire Riccardo Scamarcio invece è stato un vero piacere per Massimo Cantini Parrini: "Con la fisicità di Riccardo tutto ciò che ho fatto fare e ho provato su di lui gli calzava a pennello".

La verità sta in cielo, tutte le info

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