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Veloce come il vento, la recensione del film con Stefano Accorsi

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La nostra recensione del film Veloce come il vento di Matteo Rovere che ha permesso a Stefano Accorsi di conquistare il David di Donatello 2017 come Miglior Attore Protagonista

Veloce come il vento, la recensione

Il Ballerino non balla più da un pezzo ormai. Le luci sulla pista sono spente. La vecchia gloria fiammante, valvole e pistoni anni 80, è ferma sotto un telone. Le mani pure sono ferme. Solo la testa non ha pace, sotto droghe. Loris De Martino era stato un campione della velocità, un audace sempre pronto a rischiare. Ora è un tossico, un orfano malmesso, con una sorella di 17 anni, un fratellino che non ha neanche mai visto, una roulotte parcheggiata nel nulla dell'Emilia, e vacca boia, e tatuaggi, camicie sporche, bong sempre accesi. Il suo nemico è la realtà, il suo vuoto. E' il bisogno di una casa sopra alla testa, di due soldi per farsi di continuo.

Nell'astinenza Loris non la vede nemmeno Giulia. La ragazzina che guida nel campionato GT ma che non si lascia andare mai: in curva e nella vita. Perchè per lei il controllo è l'unico movimento che vale per restare in piedi. E' che funziona spesso così nelle famiglie: c'è chi sceglie il moto verso il centro, per tenere, chi quello verso l'esterno, per disperdere. Ed è solo la collisione a scuoterci: se accade, se ci lasciamo trascinare, lo scontro fonde le lamiere, spezza le protezioni, si mescola il sangue, la carne, le emozioni.

Veloce come il vento non è un film da maschi, non è un film per chi segue la Formula Uno, non è un film alla Rush per capirci - titolo citato senza motivo - e non è un film di genere. Non solo, almeno. Oltre il clichè della donna che cerca traguardi e del disperato che tenta di riqualificarsi, questo film ci racconta, con una scrittura fluida, che accelera il ritmo senza derapare, una storia d'amore fraterno, onesta, emozionante. E' con questo impatto emotivo che ci travolge il nuovo lavoro di Matteo Rovere, ispirato alla vera storia di Carlo Capone, campione di rally della provincia di Torino, glorioso pilota e angelo caduto

Stefano Accorsi miglior attore ai David di Donatello 2017

Stefano Accorsi lo rievoca, con una performance forse appena sopra le righe, ma anche empatica, disperata, umana e convincente. Il resto lo fa la giovanissima ed esplosiva Matilda De Angelis, rocker nel cuore, con la faccia pulita dei 17 anni, la morbidezza e il peso specifico di chi cerca un posto e lo trova. Anche sotto la guida di un fratello fuori di testa, anche senza genitori, anche con il collo di un colibrì. Il resto lo fa poi anche la strada: velocità, adrenalina, competizione, rischio, un lavoro di stunt incredibili, montaggio serrato e fatica a mano, che qua non siamo quelli degli Studios. Così la sensazione di fondo rimane: se hai tutto sotto controllo, non stai spingendo abbastanza. Ma se spingi abbastanza, puoi perdere tutto, vincere tutto, ritrovare qualcosa e fare un buon film, oggi in corsa ai David di Donatello

Veloce come il vento, info sul film

Veloce come il vento, terzo film di Matteo Rovere, arriva al cinema dal 7 Aprile, prodotto da Fandango e Rai Cinema e distribuito da 01Distribution. Nel cast, oltre a Stefano Accorsi, la giovane Matilda De Angelis,  Roberta Mattei, Paolo Graziosi, Lorenzo Gioielli

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